Castello Piccolomini

I lavori di costruzione del Castello iniziarono intorno al 1392 per volontà di Pietro Berardi, conte di Celano, e proseguirono fino al 1463 , quando Antonio Todeschini Piccolomini, nipote del papa Pio II, portò a termine l’opera.

Dopo i Piccolomini il Castello, divenuto ormai palazzo residenziale, appartenne a diverse famiglie nobili fino al 1938, quando fu espropriato dallo Stato per pubblica utilità e dichiarato Monumento Nazionale.

Gli interventi di restauro, necessari dopo i gravi danni subiti a causa del terremoto del 1915, iniziarono nel 1940, ma furono interrotti dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Solo nel 1960 il progetto di restauro, realizzato nel rispetto delle norme antisismiche vigenti, fu portato a termine.

L’architettura del Castello è una felice sintesi di elementi medioevali e rinascimentali : edificato inizialmente come struttura difensiva venne trasformato subito dopo in residenza rinascimentale; la cinta muraria ed il rivellino sul lato sud-est pongono in evidenza la sua funzionalità difensiva: le mura di cinta sono interrotte da undici torri a scudo e cinque rotonde; un ponte levatoio permette di attraversare un fossato asciutto ed accedere al Castello tramite un doppio ingresso, di cui uno sormontato da una caditoia.

L’edificio ha pianta rettangolare con quattro torri quadrate agli angoli, arricchite da una merlatura di tipo ghibellino; l’ultimo piano presenta finestre di vario genere: bifore archiacute, trifore ed alcune finestre architravate rinascimentali.

Al centro del cortile interno un pozzo, una volta architravato, dava in passato l’opportunità di raccogliere l’acqua piovana attraverso la cisterna sottostante.

Il monumento è sede del Museo d’Arte Sacra della Marsica e della Collezione Torlonia di Antichità del Fucino